Il dolore sotto il piede è un sintomo comune a diverse patologie. Le più comuni sono la fascite plantare, la metatarsalgia ed il neuroma di Morton. Andiamo ad analizzare queste tre patologie per capirne le differenze.
La fascite plantare è una infiammazione della fascia plantare. In realtà la definizione fascite plantare è sbagliata: questa patologia consiste in una degenerazione da sovraccarico della fascia plantare che ad un esame ecografico appare spesso ispessita. La definizione corretta sarebbe fasciosi plantare.
La fascia plantare, chiamata anche aponeurosi plantare, origina dalla porzione finale del calcagno e si inserisce sulle cinque teste metatarsali. Svolge un ruolo di primaria importanza nella trasmissione del peso corporeo durante le fasi della deambulazione.
Il dolore è più frequentemente localizzato al centro del tallone, e per questo viene chiamata in gergo tallonite. In alcuni casi il dolore si estende o è localizzato lungo l’arcata plantare.
Le cause della fascite plantare sono numerose:
La diagnosi della fascite plantare viene effettuata attraverso l’anamnesi e l’esame obiettivo: il dolore è riferito più frequentemente al centro del tallone, è più acuto la mattina o dopo un riposo prolungato e migliora dopo i primi passi, peggiora dopo un’attività sportiva; una digitopressione della fascia plantare evoca dolore e permette di apprezzare la rigidità della fascia stessa. L’ecografia è l’esame diagnostico più indicato poiché ci permette di valutare lo stato della fascia plantare, un eventuale ispessimento di essa (fasciosi plantare) e la presenza di calcificazioni. La radiografia, oltre ad evidenziare la presenza o meno di una spina calcaneare, può essere utile per una valutazione più accurata dell’arco plantare e della postura del piede
Come curare la fascite plantare? In fase acuta nei pazienti molto infiammati e molto dolenti alla digitopressione, trovano indicazione sedute di fisioterapia con crioultrasuoni e laserterapia ad alta potenza per ridurre la sintomatologia dolorosa, sedute di massoterapia decontratturante dei muscoli del polpaccio.
Il trattamento per eccellenza della fascite planatre è rappresentato dalle onde d’urto focali e radiali. Il meccanismo d’azione dell’onda d’urto è l’angiogenesi, ovvero la formazione di nuovi vasi sanguigni.
Con il termine metatarsalgia (algia dei metatarsi) si indica una patologia dolorosa dell’avampiede causata da un appoggio scorretto del piede al suolo con conseguente distribuzione irregolare del peso corporeo. Il dolore è localizzato a livello di una o più teste metatarsali. Qui è possibile la formazione di calli, ovvero dei fastidiosi ispessimenti della pelle.
La diagnosi di metatarsalgia viene fatta con l’anamnesi, ovvero il racconto da parte del paziente della sintomatologia dolorosa, e l’esame obiettivo con la digitopressione sulla faccia inferiore delle teste metatarsi per evocare il dolore e la rilevazione della presenza di calli.
Come curare la metatarsarlgia? Per curare la metatarsalgia si effettuano sedute di crioultrasuoni e laserterapia ad alta potenza che hanno effetto analgesico ed antinfiammatorio. È importante correggere lo squilibrio posturale che ha portato al sovraccarico sulle teste metatarsali onde evitare che la sintomatologia dolorosa possa ripresentarsi in futuro.
Nelle metatarsalgie più ostiche, quando il trattamento con ultrasuoni a freddo e laserterapia ad alta potenza non risolvono completamente la patologia, è necessario ricorrere alle onde d’urto focali. Inoltre è possibile veicolare farmaci antinfiammatori direttamente sulla testa metatarsale attraverso l’elettroporazione.
Il neuroma di Morton è una patologia che riguarda il III nervo interdigitale comune, un nervo esclusivamente sensitivo, e che provoca dolore sotto il piede. Il neuroma di Morton consiste in un ispessimento del nevo interdigitale dovuto ad una fibrosi perineurale causata da microtraumi compressivi tra il nervo e le ossa metatarsali. La fibrosi perineurale può colpire qualsiasi nervo interdigitale ma quasi sempre riguarda quello fra il terzo e il quarto metatarso poichè questo spazio metatarsale è minore rispetto agli altri.
Il neuroma di Morton provoca dolore nevralgico di notevole intensità, bruciore, la sensazione di una scossa elettrica che si irradia verso le dita. Il paziente ha la necessità di togliersi le scarpe.
La diagnosi del neuroma di Morton avviene attraverso l’anamnesi, con la descrizione da parte del paziente della sintomatologia dolorosa e l’esame obiettivo: il test più utilizzato è il segno di Mulder. Si esegue avvolgendo i metatarsi con una mano e comprimendo mentre con il dito indice dell’altra mano si effettua una pressione nello spazio interdigitale: in caso di test positivo si avvertirà un clic doloroso. Un esame ecografico o la risonanza magnetica possono confermare la presenza del neuroma di Morton.
Come si cura il neuroma di Morton? È possibile sottoporre il paziente a sedute di laserterapia ad alta potenza per ridurre l’infiammazione e la sintomatologia dolorosa. In caso di insuccesso della fisioterapia bisogna ricorrere alle infiltrazioni di cortisone. L’elettroporazione con cortisone può essere una valida alternativa all’infiltrazione con ago. Al persistere della sintomatologia è necessario ricorrere alla chirurgia.
Ricapitolando, la causa del dolore sotto il piede può dipendere da diverse patologie:
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