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Come prevenire l’artrosi

Studio Salute Salernus • 5 luglio 2022

Come prevenire l’artrosi

È possibile prevenire l’artrosi? L’artrosi è una patologia degenerativa che quando inizia non può regredire, ne essere arrestata. Tuttavia è possibile eliminare alcuni fattori di rischio, come l’aumento del peso corporeo e la sedentarietà. Un’attività fisica moderata e regolare è considerata preventiva dell’artrosi.

Che cosa è l’artrosi?

L’artrosi è una malattia degenerativa che colpisce le articolazioni, soprattutto quelle sottoposte a carico come la colonna vertebrale, le anche e le ginocchia, ma può colpire anche mani e piedi.

L’artrosi è legata all’invecchiamento dell’articolazione che inizia con un’usura progressiva della cartilagine che riveste le superfici ossee. La cartilagine serve a proteggere le superfici articolari riducendo l’attrito: quando si usura lo sfregamento delle superfici provoca dolore ed infiammazione. Inoltre si formano gli osteofiti, delle piccole escrescenze ossee a forma di spina o becco.

L’osteofitosi, cioè la formazione degli osteofiti, è una conseguenza dell’usura della cartilagine articolare.

Sintomi dell’artrosi

I sintomi principali dell’artrosi sono il dolore e la rigidità articolare. La rigidità articolare è maggiore al mattino e migliora con il movimento. Altri sintomi sono la tumefazione articolare e la presenza di crepitii e scrosci articolari durante i movimenti.

• Rixoartrosi: è l’artrosi che colpisce l’articolazione carpo-matacarpale della mano. Il dolore è localizzato alla base del I° dito e non permette di fare la pinza con il pollice e l’indice.
• Coxartrosi: è l’artrosi che colpisce l’articolazione dell’anca. Il dolore è localizzato all’inguine, alla coscia e nella parte laterale dell’anca. Può essere causa anche di mal di schiena. La mobilità è ridotta in flessione, estensione e divaricazione.
• Gonartrosi: è l’artrosi del ginocchio, e colpisce sia l’articolazione femoro-tibiale sia l’articolazione femoro-rotulea. Il sintomo principale è il dolore al ginocchio (gonalgia) che può portare alla zoppia.
• Cervicoatrosi: è l’artrosi del rachide cervicale. Causa rigidità articolare e limitazione ai movimenti di rotazione, flessione ed estensione della testa. Gli osteofiti possono ridurre lo spazio del forame vertebrale ed irritare le radici nervose.
• Lomboartrosi: è l’artrosi della colonna lombare. Causa rigidità articolare. Gli osteofiti possono restringere il canale vertebrale (stenosi lombare) e causare cruralgia o sciatalgia.

Nella fase iniziale, il dolore e la rigidità articolare sono lievi, si presentano in modo occasionale e si risolvono spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Molti pazienti trascurano questi fastidi per anni, fino a quando la sintomatologia non inizia a diventare invalidante. Tale comportamento impedisce di prendere contromisure comportamentali adeguate e di individuare terapie in grado di ridurre i sintomi e rallentarne il processo degenerativo.

Fattori di rischio dell’artrosi

Il fattore di rischio principale dell’artrosi è rappresentato dall’avanzare dell’età.
Sono maggiormente a rischio soggetti obesi, sedentari o che praticano un’attività sportiva eccessiva e logorante, soggetti che hanno subito vecchie fratture o traumi. Un altro fattore di rischio è l’artrite reumatoide, una malattia infiammatoria cronica sistemica che colpisce le articolazioni piccole e grandi: queste diventano dolenti, tumefatte e si deformano nel tempo.

Come diagnosticare l’artrosi

Per diagnosticare l’artrosi è necessaria:
• l’anamnesi, ovvero il racconto dei sintomi riferiti dal paziente
• l’esame obiettivo, per valutare se le articolazioni sono deformate, dolenti e limitate nei movimenti
• gli esami strumentali: la radiografia è il più indicato tra gli esami diagnostici per evidenziare la riduzione dello spazio articolare e la presenza di osteofiti.
Erroneamente molto spesso i pazienti eseguono una risonanza magnetica, metodica diagnostica più costosa, ancora prima di aver effettuato un esame radiografico.

Cosa fare in caso di artrosi?

Il trattamento conservativo dell’artrosi prevede:
• Fisioterapia: terapie fisiche quali 
laserterapia ad alta potenzatecarterapiaipertermia e crioterapia per ridurre il dolore e la tumefazione; chinesiterapia passiva ed attiva per migliorare la mobilità articolare; esercizi attivi per il rinforzo muscolare ed il recupero funzionale.
• Infiltrazioni di acido ialuronico per lubrificare le articolazioni: riducendo l’attrito tra le superfici articolari, miglioriamo la sintomatologia dolorosa e l’infiammazione e rallentiamo il deterioramento articolare.
• Attività motoria: l’esercizio fisico, praticato dalle persone affette da artrosi, migliora la mobilità articolare. È quindi falsa la credenza che i soggetti con artrosi non devono fare attività fisica.

Nelle artrosi più gravi è necessario ricorrere alla chirurgia protesica.

La chirurgia protesica permette di sostituire l’articolazione usurata con un’articolazione artificiale che ne riproduce l’anatomia e la funzione. L’impiego di materiali innovativi per le protesi e l’utilizzo di tecniche mininvasive hanno permesso di raggiungere risultati eccellenti.

La riabilitazione gioca un ruolo fondamentale per la riuscita di una protesi.

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