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Trattamenti per la tendinopatia di spalla: quale scegliere

Studio Salute Salernus • 7 aprile 2021

Anatomia della cuffia dei rotatori della spalla

La cuffia dei rotatori è l’insieme muscolo-tendineo che avvolge la spalla. È formata da 4 muscoli:

  • anteriormente troviamo il muscolo sottoscapolare, che origina dalla fossa sottoscapolare e si inserisce sulla piccola tuberosità omerale (o trochine);
  • superiormente troviamo il muscolo sovraspinoso, che origina dalla fossa sovraspinosa, passa sotto l’acromion e si inserisce sulla faccetta superiore della grande tuberosità omerale (o trochite);
  • posteriormente troviamo il muscolo sottospinoso, che origina dalla fossa sottospinosa e si inserisce sulla faccetta mediana della grande tuberosità omerale, e il muscolo piccolo rotondo, che origina dalla faccia posteriore e dal margine laterale della scapola e si inserisce sulla faccetta inferiore della grande tuberosità omerale.

Il sovraspinoso coadiuva il muscolo deltoide nell’abduzione della spalla, il sottospinoso ed il piccolo rotondo sono muscoli extrarotatori di spalla, il sottoscapolare è un muscolo intrarotatore.
I quattro muscoli, contraendosi in maniera coordinata, mantengono la testa dell’omero centrata all’interno della glena.

La lesione della cuffia dei rotatori è la lacerazione di uno o più tendini della cuffia stessa. La causa principale è dovuta ad una graduale degenerazione del tessuto tendineo.


Soggetti più a rischio per la tendinopatia della spalla

I soggetti maggiormente afflitti da una lesione della cuffia sono lavoratori che utilizzano sistematicamente la spalla (imbianchini, muratori, etc.), ma anche sportivi (tennisti, nuotatori, lanciatori) e casalinghe.
Le persone più a rischio sono comprese in una fascia di età compresa tra i 40 e i 70 anni. Infatti con il passare degli anni avviene un processo di “invecchiamento” che riguarda anche il tessuto tendineo con conseguente perdita di elasticità. Pertanto la probabilità di sviluppare una lesione della cuffia cresce con l’aumentare dell’età.

Il tendine più colpito dai processi degenerativi è sicuramente il sovraspinoso poiché, costituendo la parte superiore della cuffia, è maggiormente esposto a fenomeni di attrito con l’acromion (conflitto sub-acromiale o impingement sub-acromiale). Inoltre il tendine del sovraspinoso presenta una “zona critica” ipovascolarizzata.
Meno frequenti sono le lesioni del tendine del sottospinoso, del piccolo rotondo e del sottoscapolare. Quando la lesione riguarda due o più tendini si parla di lesione massiva della cuffia. Il tendine del capo lungo del bicipite (CLB), anche se non appartiene alla cuffia dei rotatori, ha un ruolo importante nelle lesioni della cuffia poiché frequentemente può andare incontro ad infiammazioni ed essere uno dei principali responsabili del dolore.

Il sintomo principale delle lesioni della cuffia è il dolore alla spalla che aumenta di notte e nei movimenti di elevazione del braccio. Al dolore può associarsi una perdita della forza dell’arto superiore. Il paziente ha difficoltà a compiere movimenti anche banali come pettinarsi, allacciarsi il reggiseno, vestirsi.


Come si giunge ad una corretta diagnosi della tendinopatia

Per prima cosa si effettuano dei test per individuare un deficit della forza dovuto alla possibile rottura dei tendini della cuffia. Una radiografia della spalla può mettere in evidenza osteofiti sul margine antero-inferiore dell’acromion od una risalita della testa omerale, con conseguente riduzione dello spazio sub-acromiale. L’ecografia permette lo studio dei tessuti molli periarticolari della spalla, ma è sempre un esame operatore-dipendente e quindi mai affidabile al 100%.
L’esame diagnostico più affidabile è la risonanza magnetica che permette di studiare i diversi tessuti (tendini, legamenti, cartilagine, osso). É importante sottolineare che la risonanza magnetica è un esame diagnostico capace di evidenziare anche quelle sofferenze tendinee che non sono necessariamente espressione di una patologia della spalla, ma solo segno di un “invecchiamento” del tessuto tendineo. Pertanto non tutte le lesioni devono essere operate.

Le lesioni della cuffia possono essere:

  • parziali, la rottura interessa soltanto uno strato delle fibre di un tendine e non tutto lo spessore;
  • complete, la lesione interessa tutto lo spessore delle fibre tendinee;
  • massive, la lesione interessa due o più tendini della cuffia.


Il trattamento conservativo della cuffia dei rotatori

Spesso è sufficiente un trattamento conservativo mirato a ridurre il dolore, a potenziare i muscoli della cuffia, a riequilibrare i differenti gruppi muscolari. Il paziente può sottoporsi a trattamenti con laser, tecar e crioultrasuoni (la laserterapia e la tecarterapia, oltre ad un’azione antinfiammatoria ed antalgica, stimolano anche i processi di riparazione del tessuto tendineo). Poiché il tendine del sovraspinoso presenta una zona ipovascolarizzata, possono essere indicati i trattamenti con le onde d’urto: infatti l’energia meccanica generata dall’onda crea una forte angiogenesi (formazione di nuovi vasi sanguigni) del tessuto trattato con conseguente riattivazione dei processi riparativi. La fisioterapia della spalla prevede la mobilizzazione passiva e attiva, la massoterapia del rachide cervico-dorsale, esercizi specifici per migliorare il controllo della scapola sul torace, il rinforzo muscolare con esercizi progressivi isometrici/isotonici ed eccentrici/concentrici.

La chirurgia artroscopica della spalla

Tuttavia non sempre si riesce a risolvere la lesione di cuffia in maniera conservativa. È necessario quindi ricorre alla chirurgia artroscopica per suturare il tendine rotto, rimuovere la borsa infiammata (borsectomia sub-acromiale) ed eventuali osteofiti, levigare la superficie dell’acromion nel caso presenti delle irregolarità (acromionplastica). In pochi casi è necessario ricorrere alla chirurgia a cielo aperto.

I vantaggi dell’intervento chirurgico in artroscopia sono:

  • una visualizzazione molto più dettagliata di tutte le strutture intrarticolari;
  • una minor invasività e quindi un recupero più rapido;
  • una riduzione delle complicazioni post-operatorie;
  • un risultato migliore dal punto di vista estetico (vengono fatte delle piccolissime incisioni).

Al paziente viene applicato un bendaggio alla Default per un periodo di 3-4 settimane che può essere rimosso dopo la prima settimana per effettuare la fisioterapia

Gli obiettivi della riabilitazione post-operatoria sono:

  • preservare l’integrità della cuffia riparata: non bisogna mai sollecitare eccessivamente i tendini riparati, devono essere rispettati i tempi biologici di guarigione dei tessuti;
  • minimizzare gli effetti dell’immobilizzazione: prevenire l’insorgere della capsulite adesiva;
  • il controllo del dolore (applicando del ghiaccio);
  • il recupero graduale dell’articolarità;
  • il recupero della forza muscolare;
  • il recupero graduale della funzionalità della spalla.

É fondamentale affidarsi ad un fisioterapista specializzato nella riabilitazione della spalla per non compromettere il buon esito dell’intervento chirurgico.


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